Bocca di rose
BOCCA DI ROSA: L’ Europa intima alle Banche italiane di cedere i propri crediti in sofferenza.
BOCCA DI ROSA e la ricetta delle comari.
L’ Europa intima alle Banche italiane di cedere i propri crediti in sofferenza.
“SI DICE CHE CHI NON PUÒ PIÙ DARE IL CATTIVO ESEMPIO SI METTE A DISPENSARE “BUONI” CONSIGLI”
Probabilmente il mio articolo sulla “MORAL SUASION” del 7 Luglio ultimo scorso (qui il Link di riferimento. https://goo.gl/cNwnLM) deve aver sortito qualche effetto; forse lo ha fatto solo in base a quel principio per cui ad un’azione corrisponde (sempre) una reazione o, in questo caso, sarebbe meglio dire che l’azione ha prodotto il suo effetto: e che effetto!
In data 18 Luglio u.s., sul quotidiano nazionale QN IL GIORNO – FOCUS LOMBARDIA (link di riferimento – https://goo.gl/Uo8uGz) alla pagina dedicata a: “LE SFIDE DELL’ECONOMIA”, il sempre onorevole Prodi, si “arrampica” su analisi dei crediti in sofferenza delle banche italiane (stimati intorno ai 34 miliardi di euro e di cui 250 mila riguardano i mutui per l’acquisto della casa: cosi pochi?).
Il “Dotto” Professore ed ex capo dell’italico governo, per ben due volte, si lancia in un “accorato” appello per la costituzione di un fondo PUBBLICO (occhio al senso del termine) che abbia la missione di sostituirsi alle famiglie italiane non più in grado di adempiere ai propri impegni nei confronti delle banche mutuatarie (sic!).
La “nobile” intenzione del “salvatore” della patria (delle banche più che degli italiani) consisterebbe nell’acquisire i loro immobili, sollevandoli così dall’affanno del debito, per trasferirli appunto al fondo menzionato sopra, in cambio di una rata molto bassa e lasciando loro in “godimento a titolo di locazione” il bene e “magari corrispondendo alle banche stesse una “liquidazione” più congrua di quella offerta dai fondi specializzati, cessionari dei crediti.”
Il giornalista che cura il pezzo, Achille Colombo Clerici, pur condividendo (a priori) il suggerimento fa gentilmente notare che tutta l’operazione non darebbe profitti degni di considerazione da parte delle banche, ammenoché non si coinvolga il pubblico, cioè le casse pubbliche, ovvero i contribuenti (giusto per levare dalla ambiguità la nozione di “pubblico”), e cioè di allargare il debito nazionale!!
Il Colombo Clerici, dissociandosi moralmente dalla natura del suggerimento, propone la sua ricetta economica: spingere in direzione, sì di sollevare le banche (ancora!?) e le famiglie, purché il tutto non si riduca a mero finanziamento (banche) ma che si rapporti all’acquisendo valore immobiliare. Praticamente, aggiungo io, la nemesi della Repubblica Italiana.
Nella raccomandazione del giornalista c’è la nostra storia e la nostra schiavitù (debito pubblico) rapportare la Politica con la Spesa pubblica è, come diceva un noto cabarettista milanese, un momento catartico, praticamente un dramma perenne!
Praticamente, aggiungo io, la nemesi della Repubblica Italiana: Fondata sul lavoro, naufragata sull’immobile!
Come si può pensare o immaginare che i nostri eroi o, “i nostri capitani coraggiosi” come qualche sciagurato li ha definiti, siano in grado di discernere fra politica ed economia reale, visto il baratro in cui ci hanno sprofondato e che annichilisce qualunque progetto di ripresa?
Ora, come usa definirsi il mio amico Prof. Bonvegna, anche io sono “quidam de populo”, uno qualunque del popolo (ma non della plebe!), e per quanto non possa non definirmi onestamente che in questi termini, vorrei offrire la mia riflessione in merito alla questione fin qui trattata.
Iniziamo dal debito che grava sulle banche italiane; 34 miliardi di Euro!
Ora per capire la natura del male, voglio dire che per i soggetti non più in grado di restituire il credito goduto (per inciso non sono solo le famiglie gravate dal mutuo, che credo siano più di 250 mila come dichiarato nell’articolo) ci sono da aggiungere anche i comuni pericolosamente vincolati, come cordone ombelicale, ai loro generosi benefattori: le banche con-sorziate.
Il nostro pacioso Professor Prodi, che fa rima baciata con noioso, si è ben guardato dall’addentrarsi, con coraggio, in questo stretto pertugio, anche perché alla fine troverebbe il suo degno epigono, ovvero il “compagno” D’Alema, rappresentante non solo delle banche territoriali (si dice cosi) intendendo sia il “Granducato di Toscana” (MPS), sia la “Contea del Salento”, attraverso il “Magnifico Orchestratore” ovvero “l’eccellentissimo” Ing. Vincenzo De Bustis (omen nomen) ideatore e progenitore di tutti i “derivati” che hanno in-gravidato il nostro sistema amministrativo locale (comuni). (fonti a campione: Gazzetta del Mezzogiorno, http://goo.gl/FawPw8 – Quotidiano.net, http://goo.gl/M1nean – Il Sole 24 Ore, http://goo.gl/T4JpW7 – blog Il Giornale.it, http://goo.gl/L84TNq)
Ultimamente il “signorotto” del nuovo Rinascimento, smascherato a Milano sulla faccenda che ha consentito all’amministrazione meneghina, di recuperare ben 490 milioni di euro, e che ha visto patteggiare ben quattro soggetti bancari, tra cui Deutsche Bank, istituto dove peraltro ha prestato la sua “illuminata” opera professionale il nostro De Bustis, che naturalmente si dimetteva, e riparava a Londra, come novello filantropo, facendo perdere le sue tracce.
Arrivati a questo punto pare proprio impossibile non domandare al Professor Prodi se è al corrente di quanto abbiamo messo in evidenza, seppur limitatamente, poco più sopra, anche perché il nostro Professorone se ne va a spasso per il mondo in veste di stimato rappresentante della potente Nomura Bank International; si, si la stessa banca che è stata visitata dalla Guardia di Finanza nella sua prestigiosa sede di Milano, nel Marzo del 2013, in merito all’inchiesta che li vedeva coinvolti con i vertici di Monte Paschi di Siena per quanto riguarda l’arci-nota “conference call” del luglio 2009 dove le due banche si riunivano per “complottare” la ristrutturazione dei derivati denominati Alexandria!! (fonti a campione, La Repubblica, R.it, http://goo.gl/z1IWEY – Reuters Italia, http://goo.gl/jtShwP – Ilfattoquotidiano.it, http://goo.gl/C0XqKH – Il Sole 24 Ore, http://goo.gl/AKFyuH).
Ditemi, fatelo voi, ve ne prego!, confortatemi e confermatemi oppure smentitemi rispetto a quanto sto per dire, e cioè se quanto detto fin qui non è un esilarante, per quanto tragico, abominio di conflitti di interesse e di spudorate coincidenze: Andreotti docet!.
Ecco dunque che in ultima istanza, ed è quel che mi preme di più, per risollevare la sorte dei mutuatari italiani, (come ebbi a scrivere nel precedente post sulla moral suasion – https://goo.gl/cNwnLM – concetto che rivendico e che riaffermo con vigore), non c’è bisogno di scomodare ancora risorse pubbliche per ri-equilibrare lo sbilanciamento del rapporto credito/debito mutuario privato (e non solo); tali risorse vanno, semmai, indirizzate (non tasse, please!) in altre direzione; convocando i soggetti privati e facendo leva sulla responsabilità sociale delle Imprese creditizie, si può trovare un modo redditizio per tutti, compreso per il Governo, o se preferite le casse pubbliche dello Stato al fine di risolvere brillantemente tale, altrimenti oneroso e gravoso problema sociale ed economico.
A chi giova tutto ciò? e perché si ha paura di scoperchiare il vaso?
Perché forse troveremmo gli stessi soggetti che il sistema italiano non riesce a rendere perlomeno inoffensivi; staccare la politica, ovvero i partiti, e quel che rappresentano, dall’economia reale significherebbe cancellare uno stravizio, inaugurato della cosiddetta Prima Repubblica ed ereditato dalla Seconda; la nomina partitica dei vertici delle banche e dell’intero apparato economico sembra irrinunciabile. In proposito scriveva e pativa il Giudice Falcone, che ebbe a pagare caro prezzo per la sua verità: “il modo migliore di “smascherare” gli invasori era seguire il lezzo dei denari.”: mai profezia fu più funesta, ma giusta. E come ricorda nei suoi scritti il “dolce” Prof. Bonvegna di Rozzano: “c’è solo un modo: INSORGENZA! contro la mala gestio.
INSORGERE, DUNQUE! INSORGERE!
Francesco Belluscio